Mammografia

Cos’e’?
È una radiografia della mammella, che rappresenta un esame fondamentale in senologia. L’immagine della mammografia nasce dall’interazione con i raggi X che l’attraversano e vanno a impressionare la pellicola mammografia (nel caso di un sistema analogico) o un rilevatore collegato al computer (come avviene con la mammografia digitale). Ad oggi questo esame, pur mantenendo un ruolo fondamentale, deve essere integrato con la clinica e con altre tecniche di diagnostica per immagini, quali l’ecografia e la risonanza magnetica.

A cosa serve?
La mammografia consente di visualizzare contemporaneamente tutto il volume della mammella (esame panoramico) e quindi identificare lesioni maligne in fase precoce, quando rappresentate unicamente da microcalcificazioni. È l’unico esame in grado di ridurre di circa il 30% la mortalità per carcinoma mammario perché in grado di identificare il tumore in fase precoce, quando è meglio curabile.

Come si esegue?
L’esame viene eseguito con il mammografo, dal tecnico sanitario di radiologia medica, mediante delicata compressione della mammella, appoggiata su di un supporto. La compressione viene effettuata con un piatto in plexiglass, dotato di sistema automatico di arresto. La mammografia è sempre bilaterale, fatta eccezione per casi specifici in cui se ne valuta una sola. Ogni mammella viene radiografata in due o tre proiezioni (posizioni) e, talvolta, è necessario completare l’esame con radiografie aggiuntive di aree di particolare interesse diagnostico. Le immagini (mammografie) ottenute vengono interpretate dal medico radiologo che procede alla dettatura del referto (risultato). Se le donne hanno il ciclo mestruale, sotto i 45 anni, l’esame andrebbe eseguito tra il 1° ed il 14° giorno dall’inizio delle mestruazioni.

Ci sono delle controindicazioni?
La mammografia non ha vere e proprie controindicazioni, ma presenta comunque dei limiti:

  • l’utilizzo di raggi X, con conseguente rischio biologico: è un rischio minimo, che si riduce con l’età ed è pressoché nullo dopo i 40 anni;
  • la difficoltà di studio di mammelle molto dense (con prevalente componente ghiandolare): l’esame ha una ridotta capacità di visualizzare le lesioni; la sua accuratezza varia dal 70 al 90% circa, non è quindi in grado di riconoscere un certo numero di tumori (circa il 20%) anche se palpabili; occorre di conseguenza tenere conto dei dati clinici e a volte completare l’esame con l’ecografia.
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Mammografo (Mammomat 3000 Nova)
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